Articolo tratto da giornalemotori.com
Prima gara dell?anno con molte incognite: moto nuove ma soprattutto gomme nuove su una pista anomala per molteplici ragioni. La prima ? che si corre di notte, quindi le considerazioni e i ragionamenti validi in Qatar possono tranquillamente essere smentiti nel resto della stagione. La seconda ? la sabbia, e abbiamo gi? visto in passato cosa significa: la pista sporca sembra richiedere una gomma morbida ? che peraltro non migliora la situazione, visto che parliamo di sporco e non di asfalto troppo scivoloso ? e in seguito, appena le traiettorie si gommano, la morbida smette di scivolare e ci ritroviamo con deformazioni troppo alte e un degrado precoce.
Sull?altro piatto della bilancia la gomma morbida con una pista chiazzata di sabbia ? magari a causa del vento che continua a sporcarla ? non migliora il suo grip sui tratti sporchi ma quantomeno riesce a entrare nel suo range termico grazie ai tratti puliti. In senso assoluto pu? essere un vantaggio, ma il pilota si ritrova a gestire un grip singhiozzante e un comportamento scorbutico e imprevedibile. Una scelta difficile per qualsiasi tecnico, insomma, e questo spiega come mai la pista di Losail non risulti particolarmente simpatica a nessuno, neppure se ci si ? gi? vinto.
Qualche parola la spendiamo ancora sulle Michelin, in particolare sul loro profilo: risolto il problema di giovent? dei primissimi test, ora il profilo anteriore risulta pi? graduale nel passaggio dalla zona centrale alla spalla, con una curvatura sulla cintura pi? simile alle vecchie Bridgestone. Per restando fondamentalmente pi? agili, con una migrazione laterale del contatto inizialmente inferiore, ora ? sparito il problema della migrazione eccessiva nel passaggio da 40 a 50 gradi di piega. La gomma, per dirla breve, ? un po? meno appuntita al centro e un po? pi? bombata sulla fascia incriminata, con maggiore costanza nella migrazione del contatto rispetto alla variazione dell?angolo di piega. Resta comunque una gomma pi? agile, con qualche riflesso sui valori in pista.
Partiamo da Ducati. Il nuovo profilo regala agilit? perfino alle vecchie GP14, la GP15 risulta quasi perfetta e la GP16 non ha nulla da invidiare alle evolutissime Yamaha. Tanto che iniziano ad ereditarne anche alcuni comportamenti a cui non eravamo abituati, primo fra tutti la possibilit? di chiudere le traiettorie di anteriore, con un carico sull?avantreno pi? costante anche in accelerazione e la possibilit? di mandarlo in deriva senza per questo finire per terra con lo sterzo chiuso.
Un vantaggio in termini di feeling, non c?? dubbio, ma anche un superlavoro per la carcassa anteriore. Siamo sicuri che la mescola morbida fosse la pi? indicata? Io personalmente credo di no, in questo confortato dal comportamento della Ducati nella parte finale della gara, laddove il povero Dovizioso era costretto a remare col manubrio in uscita di curva per riprendere continuamente la traiettoria.
2016-03-23_134153Purtroppo non possiamo averne conferma dal battistrada in parco chiuso in quanto molti team dallo scorso anno coprono le gomme del dopogara dagli sguardi indiscreti di alcuni ficcanaso adusi a cercare il pelo nell?uovo e a sputtanare ogni dettaglio in rete. Manca la prova del comportamento dell?altra Ducati ufficiale, con il secondo Andrea steso per un?imprecisione sulla guida. Resta peraltro il conforto di due moto che nei primi giri con l?anteriore nuova erano praticamente irraggiungibili. Sul motore ogni nostro commento ? superfluo, e sicuramente il nuovo quattro cilindri Ducati ha i suoi meriti nell?aver portato a podio l?unica moto di testa con la gomma anteriore sbagliata.
In casa Honda troviamo una moto sicuramente migliorata rispetto al mese scorso ma ancora difficile da far curvare. Qui in Qatar non ci sono esse impegnative ma l?impressione ? quella di una maggiore difficolt? nei rapidi cambi di inversione e nel raddrizzamento in uscita di curva, tanto che neppure Pedrosa con la sua guida ?a molla? riesce ad essere efficace. Questo dettaglio indica un baricentro piuttosto basso e una ridotta leva a disposizione delle gomme per cambiare piega. Marquez decide di guidare per linee spezzate, puntando subito la corda per girare stretto e riaprire tutto, e qui notiamo che la sua Honda era l?unica moto di testa che portava l?avantreno al galleggiamento.
In combinazione con un baricentro basso, questo ci dice che il baricentro ? pi? arretrato delle concorrenti e la scelta di una posteriore media ha sicuramente senso, consentendo alla sua moto di battagliare negli ultimi giri con una Ducati in difficolt? di anteriore. Pedrosa sceglie due gomme soft, e qui sinceramente non me lo so spiegare: la soft posteriore crea ancora pi? sottosterzo laddove la moto abbia gi? troppa motricit?, e questo costringe il pilota ad abbassare ulteriormente la moto per ridurre i trasferimenti di carico. Ma rendendola un camion nelle curve. D?altra parte, sollevare la moto conduce a stendersi di anteriore per il sottosterzo in uscita. Siamo davanti alla famosa coperta corta, stavolta di marca giapponese, e ancora una volta si sceglie la via elettronica per mascherare un problema progettuale. La mia impressione ? che presto vedremo un nuovo telaio in casa Honda.
Nel box Yamaha troviamo sensazioni contrastanti. Lorenzo raggiante, finalmente due gomme agili che compensano i suoi assetti bassi. Morbida posteriore e hard anteriore sono perfette, deve solo accodarsi alle due Ducati e aspettare il momento del primo calo dei due Andrea su anteriori morbide. Perfetto. Nell?altra met? del box, Rossi un po? spaesato. Guida forte, azzarda nelle staccate ma non riesce ad avvicinarsi. Inutile cercare di incolpare la mescola posteriore, il suo assetto pi? alto con ogni probabilit? avrebbe imposto una pressione troppo alta su una posteriore soft, con effetti potenzialmente disastrosi su qualche ondulazione presente sul tracciato e con un comportamento pi? brusco sull?eventuale sporco in pista. D?altra parte la sua moto non ha manifestato uno spinning posteriore eccessivo, dunque il problema non ? la motricit?. E allora?
Dico la mia senza avere la pretesa di avere la soluzione in tasca: nell?impostazione delle curve ho notato una certa precariet? nell?individuazione del corretto angolo di piega, probabilmente dovuto al profilo delle gomme francesi nei confronti di un assetto alto e fin troppo agile. D?altra parte Rossi ha sempre mal sopportato una moto bassa e con trasferimenti di carico ridotti. Pi? che la gomma sbagliata a me ? sembrato che ci fosse da correggere qualcosa nella geometria di sterzo, aumentando qualche millimetro di offset e compensando con un?incidenza appena maggiore. In alternativa, tornare a quote abbandonate nel 2013 a causa di una posteriore Bridgestone con grip insufficiente. Oggi le gomme francesi non hanno sicuramente quel limite.
E a dimostrazione che la conoscenza e l?adattamento alle nuove gomme non ? ancora concluso per nessuno, valga la considerazione che un errore di valutazione sull?anteriore ha determinato sul traguardo un buco di dieci secondi tra le hard e le soft, con la sola eccezione di Dovizioso motorizzato desmo.2016-03-23_134247
Prima gara dell?anno con molte incognite: moto nuove ma soprattutto gomme nuove su una pista anomala per molteplici ragioni. La prima ? che si corre di notte, quindi le considerazioni e i ragionamenti validi in Qatar possono tranquillamente essere smentiti nel resto della stagione. La seconda ? la sabbia, e abbiamo gi? visto in passato cosa significa: la pista sporca sembra richiedere una gomma morbida ? che peraltro non migliora la situazione, visto che parliamo di sporco e non di asfalto troppo scivoloso ? e in seguito, appena le traiettorie si gommano, la morbida smette di scivolare e ci ritroviamo con deformazioni troppo alte e un degrado precoce.
Sull?altro piatto della bilancia la gomma morbida con una pista chiazzata di sabbia ? magari a causa del vento che continua a sporcarla ? non migliora il suo grip sui tratti sporchi ma quantomeno riesce a entrare nel suo range termico grazie ai tratti puliti. In senso assoluto pu? essere un vantaggio, ma il pilota si ritrova a gestire un grip singhiozzante e un comportamento scorbutico e imprevedibile. Una scelta difficile per qualsiasi tecnico, insomma, e questo spiega come mai la pista di Losail non risulti particolarmente simpatica a nessuno, neppure se ci si ? gi? vinto.
Qualche parola la spendiamo ancora sulle Michelin, in particolare sul loro profilo: risolto il problema di giovent? dei primissimi test, ora il profilo anteriore risulta pi? graduale nel passaggio dalla zona centrale alla spalla, con una curvatura sulla cintura pi? simile alle vecchie Bridgestone. Per restando fondamentalmente pi? agili, con una migrazione laterale del contatto inizialmente inferiore, ora ? sparito il problema della migrazione eccessiva nel passaggio da 40 a 50 gradi di piega. La gomma, per dirla breve, ? un po? meno appuntita al centro e un po? pi? bombata sulla fascia incriminata, con maggiore costanza nella migrazione del contatto rispetto alla variazione dell?angolo di piega. Resta comunque una gomma pi? agile, con qualche riflesso sui valori in pista.
Partiamo da Ducati. Il nuovo profilo regala agilit? perfino alle vecchie GP14, la GP15 risulta quasi perfetta e la GP16 non ha nulla da invidiare alle evolutissime Yamaha. Tanto che iniziano ad ereditarne anche alcuni comportamenti a cui non eravamo abituati, primo fra tutti la possibilit? di chiudere le traiettorie di anteriore, con un carico sull?avantreno pi? costante anche in accelerazione e la possibilit? di mandarlo in deriva senza per questo finire per terra con lo sterzo chiuso.
Un vantaggio in termini di feeling, non c?? dubbio, ma anche un superlavoro per la carcassa anteriore. Siamo sicuri che la mescola morbida fosse la pi? indicata? Io personalmente credo di no, in questo confortato dal comportamento della Ducati nella parte finale della gara, laddove il povero Dovizioso era costretto a remare col manubrio in uscita di curva per riprendere continuamente la traiettoria.
2016-03-23_134153Purtroppo non possiamo averne conferma dal battistrada in parco chiuso in quanto molti team dallo scorso anno coprono le gomme del dopogara dagli sguardi indiscreti di alcuni ficcanaso adusi a cercare il pelo nell?uovo e a sputtanare ogni dettaglio in rete. Manca la prova del comportamento dell?altra Ducati ufficiale, con il secondo Andrea steso per un?imprecisione sulla guida. Resta peraltro il conforto di due moto che nei primi giri con l?anteriore nuova erano praticamente irraggiungibili. Sul motore ogni nostro commento ? superfluo, e sicuramente il nuovo quattro cilindri Ducati ha i suoi meriti nell?aver portato a podio l?unica moto di testa con la gomma anteriore sbagliata.
In casa Honda troviamo una moto sicuramente migliorata rispetto al mese scorso ma ancora difficile da far curvare. Qui in Qatar non ci sono esse impegnative ma l?impressione ? quella di una maggiore difficolt? nei rapidi cambi di inversione e nel raddrizzamento in uscita di curva, tanto che neppure Pedrosa con la sua guida ?a molla? riesce ad essere efficace. Questo dettaglio indica un baricentro piuttosto basso e una ridotta leva a disposizione delle gomme per cambiare piega. Marquez decide di guidare per linee spezzate, puntando subito la corda per girare stretto e riaprire tutto, e qui notiamo che la sua Honda era l?unica moto di testa che portava l?avantreno al galleggiamento.
In combinazione con un baricentro basso, questo ci dice che il baricentro ? pi? arretrato delle concorrenti e la scelta di una posteriore media ha sicuramente senso, consentendo alla sua moto di battagliare negli ultimi giri con una Ducati in difficolt? di anteriore. Pedrosa sceglie due gomme soft, e qui sinceramente non me lo so spiegare: la soft posteriore crea ancora pi? sottosterzo laddove la moto abbia gi? troppa motricit?, e questo costringe il pilota ad abbassare ulteriormente la moto per ridurre i trasferimenti di carico. Ma rendendola un camion nelle curve. D?altra parte, sollevare la moto conduce a stendersi di anteriore per il sottosterzo in uscita. Siamo davanti alla famosa coperta corta, stavolta di marca giapponese, e ancora una volta si sceglie la via elettronica per mascherare un problema progettuale. La mia impressione ? che presto vedremo un nuovo telaio in casa Honda.
Nel box Yamaha troviamo sensazioni contrastanti. Lorenzo raggiante, finalmente due gomme agili che compensano i suoi assetti bassi. Morbida posteriore e hard anteriore sono perfette, deve solo accodarsi alle due Ducati e aspettare il momento del primo calo dei due Andrea su anteriori morbide. Perfetto. Nell?altra met? del box, Rossi un po? spaesato. Guida forte, azzarda nelle staccate ma non riesce ad avvicinarsi. Inutile cercare di incolpare la mescola posteriore, il suo assetto pi? alto con ogni probabilit? avrebbe imposto una pressione troppo alta su una posteriore soft, con effetti potenzialmente disastrosi su qualche ondulazione presente sul tracciato e con un comportamento pi? brusco sull?eventuale sporco in pista. D?altra parte la sua moto non ha manifestato uno spinning posteriore eccessivo, dunque il problema non ? la motricit?. E allora?
Dico la mia senza avere la pretesa di avere la soluzione in tasca: nell?impostazione delle curve ho notato una certa precariet? nell?individuazione del corretto angolo di piega, probabilmente dovuto al profilo delle gomme francesi nei confronti di un assetto alto e fin troppo agile. D?altra parte Rossi ha sempre mal sopportato una moto bassa e con trasferimenti di carico ridotti. Pi? che la gomma sbagliata a me ? sembrato che ci fosse da correggere qualcosa nella geometria di sterzo, aumentando qualche millimetro di offset e compensando con un?incidenza appena maggiore. In alternativa, tornare a quote abbandonate nel 2013 a causa di una posteriore Bridgestone con grip insufficiente. Oggi le gomme francesi non hanno sicuramente quel limite.
E a dimostrazione che la conoscenza e l?adattamento alle nuove gomme non ? ancora concluso per nessuno, valga la considerazione che un errore di valutazione sull?anteriore ha determinato sul traguardo un buco di dieci secondi tra le hard e le soft, con la sola eccezione di Dovizioso motorizzato desmo.2016-03-23_134247
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